maggio 2016
"Sfatare una leggenda metropolitana"
Intervista a Andreana Spinola di Cecilia Andreini
Cara Andreana io ritengo che l’obiezione che alcuni pongono sul fare shiatsu ai malati di cancro sia infondata (non si basa del resto su alcuno studio scientifico). Tu che sei un’esperta di Shiatsu cosa ne pensi?
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Vanno fatte due premesse: la prima è che lo Shiatsu sia fatto, sotto il controllo medico, da un professionista competente e preparato [1]; la seconda è che sentire il proprio corpo è importante per chiunque.
Con lo Shiatsu il corpo viene toccato e attraverso il contatto il malato sente che non è solo fonte di sofferenza, non è solo e tutto malato.
Avere delle sensazioni piacevoli dal proprio corpo ha un valore importante.
Quindi permettere alla persona di ricevere attraverso lo Shiatsu un’informazione gradevole dal suo corpo, gli offre la possibilità di sentire che la sua vita non è solo la malattia.
Un’altra obiezione che si sente fare quando si parla di fare Shiatsu ad una persona che ha o ha avuto il cancro è: lo shiatsu attiva la circolazione e c’è il rischio che stimoli la diffusione di metastasi. Tu cosa ne pensi?
Quando abbiamo a che fare con il cancro pensare che qualunque tipo di attivazione possa di conseguenza attivare delle metastasi, riporta ad una logica un po’ limitata perché, fosse vero, la persona malata di cancro non potrebbe sorridere, fare una passeggiata, godere dei colori della Natura, di un buon pasto o della brezza del mare, non potrebbe fare niente che la fa star bene, che le fa piacere, che le “allarga il Cuore”, che le fa provare emozioni positive, perché quando il cuore gioisce la circolazione aumenta. Dire che aumentando la circolazione, automaticamente si facilita la circolazione delle cellule cancerogene è un’associazione meccanicistica e riduzionista.
Ritenere che l’essere contenti possa far aumentare tutti i processi del corpo è ragionare in termini di quantità. Sappiamo invece che provare gioia, essere sereni e rilassare il corpo migliora lo stato emotivo portando un cambiamento qualitativo anche nel metabolismo. Pensare che l’organismo funzioni come una giostra che, mandata più veloce, tutto gira più veloce, è un concetto lineare che segue una logica piatta.
Il corpo umano NON funziona così.
Il corpo umano, per star bene ha bisogno non solo del numero giusto di globuli nel sangue ma anche che nella giornata ci siano momenti piacevoli, che diano motivo di sorridere e gioire.
Migliorando la Qualità della vita, si aumenta la capacità del corpo di reagire ai patogeni.
Pensare invece che questo acceleri i processi distruttivi del corpo è un nonsenso. E’ una logica mortifera in cui non mi riconosco.
Ribadisco che se fosse vero, la persona malata dovrebbe stare chiusa in casa e non uscire, stare lontana dalla luce del sole, non usare il telefono per parlare con un’amica o con un amico, non comunicare i propri stati d’animo, non dovrebbe forse nemmeno mangiare, perché il mangiare oltre al nutrimento dà piacere ...
E’ una visione riduzionista che, tra l’altro, riduce la persona alla sua malattia.
Lo Shiatsu contatta le Risorse della Persona, la aiuta e sostiene nel processo di dare\trovare Qualità, la aiuta a migliorare la Qualità della propria vita, e non ha niente a che fare con l’accelerare i processi degenerativi.
Nella mia esperienza con il cancro ho compreso che la malattia ci può dare l’opportunità di liberare la nostra vita da zavorre che ci portiamo dietro da lungo tempo. Qui c’è anche la “psicologia” del malato oncologico.
In questo per me lo Shiatsu, come anche dipingere, fotografare, .... può veramente aiutare. Quando hai il cancro può accadere che assumi come dato certo che Tu sei solo la malattia che hai ... La tua attenzione si centra solo sulla malattia.
Lo Shiatsu, accompagnato, ad esempio, da un buon sostegno psicoterapeutico, pensi possa essere di aiuto per recuperare la Qualità di vita?
Non identificarsi con la malattia, “non essere il proprio emocromo” .... è importante.
Lo Shiatsu si pratica su tutto il corpo; il contatto, che si basa sull’ascolto, è attento, raggiunge i vari livelli fisico, emotivo e mentale e può essere un valido supporto.
Con lo Shiatsu il malato si sente di nuovo “un intero” e, nel sentirsi intero, riesce a includere nella sua percezione anche la parte che sta bene.
È fondamentale comprendere e sentire che anche quando abbiamo una malattia in noi continua ad esserci una parte sana. Identificarsi con la parte malata è più facile perché è quella che “chiama” di più, quella che fa più rumore.
Lo Shiatsu aiuta a tornare a sentirsi interi, quindi più forti, si recuperano energia e potenzialità .
La parte sana, quella che sa reagire, quella che sostiene, quella che può lavorare, quella che mette in comunicazione tutto il resto e che, con il cancro, è invece relegata sullo sfondo, viene chiamata in primo piano.
È il corpo nella sua interezza ad avere la potenzialità vitale, quella che i latini
chiamavano la vis medicatrix naturae (la forza risanatrice della Natura) ovvero il
nostro potere, la nostra potenzialità, le nostre cellule staminali energetiche.
Che si possa fare Shiatsu a malati di cancro è una mia motivata convinzione (alla
quale io mi associo, Cecilia) e del resto viene praticato da molti anni all’istituto di tumori di Milano.
Dire che è meglio non ricevere Shiatsu quando si è affetti dal cancro è, a mio avviso, una scelta dettata solo dal timore e non da una sana visione della vita e da una corretta conoscenza dello Shiatsu.
E di nuovo torno alla questione della Qualità di vita.
Dipende dalla visione che si ha. Se questa è che la vita vada vissuta, dispiegandone le potenzialità, che il corpo è intelligente e in grado di trovare soluzioni e di affrontare le difficoltà, ne consegue che l’obiettivo sarà la Qualità di vita.
Intendi dire a che cosa dai maggiore spazio ... al vivere comunque o al come vivere?
Non do consigli sul come vivere la propria vita, penso all’intelligenza del corpo che sa come affrontare le difficoltà, le contrarietà e gli imprevisti.
Ad esempio le madri che partoriscono un bambino pre-termine producono un latte molto più ricco di proteine di quello delle madri che partoriscono un bambino a termine. Come fa il corpo a sapere? Chi informa le ghiandole mammarie che c’è bisogno di produrre un latte più proteico? Nella situazione della nascita pre-termine il corpo “si attrezza” e si adegua. Lo sa fare. Sa porre rimedio all’ imprevisto della nascita pre-termine.
Tutto dipende dalla visione dell’Essere umano e se questa comprenda il “dato” Qualità della vita. Ciò determina quale è la vita che vogliamo sostenere.
In questo ambito ci sono visioni diverse, ideologie diverse ... veri e propri schieramenti.
Sarebbe interessante tener conto del fatto che il “VIVERE” dovrebbe contemplare la responsabilità, la dignità, l’interezza dell’Essere.
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A proposito di vita intesa come interezza, le cure palliative, che molti, ahimè, ancora considerano come cure di serie b, condividono questa visione.
Lo Shiatsu si può annoverare «... nell’ampio spettro del processo di cura delle Medical Humanities, movimento che ha saputo rendersi portavoce delle istanze di riequilibrio della pratica medica.» (da “La medicina vestita di narrazione” di Sandro Spinsanti).
Per concludere lo Shiatsu lavora sulla Qualità della vita e ne ottimizza le risorse.
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[1] L’Operatore Shiatsu deve essere munito di attestato di competenza e qualificazione professionale dei servizi prestati - Professione è regolamentata dalla legge 4/2013.
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ANDREANA SPINOLA
Fondatrice e Responsabile Didattica della Scuola Shiatsu Igea di Roma.
Terapista della Riabilitazione dal 1973. Dal 1992 Operatrice Shiatsu e dal 1993 Insegnante. Iscritta al ROS (Registro Operatori Shiatsu) della FISieo al n. 17/94.
L’esperienza presso l’ospedale Nuovo Regina Margherita e Policlinico Casilino viene tradotta nel 1992 in uno studio pionieristico sullo shiatsu applicato ai bambini Prematuri.
Lo Shiatsu continua ad essere il suo impegno, la sua passione e il suo terreno di approfondimento.
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